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Dimissioni da parte di alcuni acharya

5 luglio 2020

Cari Guerrieri Shambhala,

E’ con tristezza e cuore aperto che condividiamo la nostra decisione di dimissionare dal ruolo di acharya. Questa decisione non è giunta facilmente e non è stata presa alla leggera. Alcuni di noi hanno servito in questo ruolo per molti anni e hanno dedicato la loro vita al servizio della visione Shambhala. Tutti ci dedicheremo a lavorare ancora verso un’ulteriore manifestazione di questa visione.

Benché ognuno di noi ha conosciuto Sakyong Mipham Rinpoche in modi diversi e ha servito in diversi ruoli durante gli anni, condividiamo il fatto di aver avuto una relazione complessa con lui, vedendo sia la sua saggezza sia la sua confusione. Per tanto tempo ci siamo sentiti fiduciosi nella nostra abilità e desiderio di rappresentare il Sakyong, un aspetto essenziale del ruolo di acharya.

Non di meno, nel mezzo della crisi attorno alla condotta sessuale inadeguata e all’abuso di potere, in uno sforzo di sostenere la comunità e di incoraggiare il Sakyong ad impegnarsi in un processo di responsabilità e cura, noi acharya gli abbiamo chiesto di sospendersi dal suo ruolo di insegnante. Abbiamo apertamente cambiato il nostro focus verso il servizio alla comunità. A quel tempo e da allora, la sua comunicazione con noi è stata minima.

Quando gli acharya hanno finalmente incontrato il Sakyong il 21 maggio 2020 via zoom, è diventato chiaro che egli intende lavorare con un gruppo più piccolo e esclusivo di studenti. La nostra sensazione è stata che almeno a questo punto, non metterà la sua attenzione nel ricostruire le relazioni con i tanti studenti e praticanti che desiderano ardentemente maggior guarigione e trasformazione. Invece ha articolato un sentiero futuro basato sul chiarire il lignaggio piuttosto che partecipare al benessere della comunità. Per noi, questo è diverso dalla visione sociale più ampia e inclusiva che ci ispira.

Mentre ha espresso sgomento e preoccupazione su come le cose si sono sgretolate in Shambhala negli ultimi due anni, il Sakyong non ha menzionato le rivelazioni sul suo comportamento passato inadeguato quale causa principale, e non ha nemmeno indicato una volontà di entrare in dialogo. Durante l’incontro, non siamo stati invitati ad avere una conversazione con lui, e sentiamo che una comunicazione è essenziale per andare nella direzione di riparazione.

Continuiamo a restare aperti alla conversazione. In quanto acharya noi, come molti nella comunità Shambhala, siamo rimasti nell’ “aspettare e vedere”, sperando che il Sakyong si sarebbe unito alla comunità in un processo di guarigione e riconciliazione. Alla fine, ci ha chiesto di re-impegnarci ad essere i suoi rappresentanti o di dimissionare con dignità.

Ora troviamo più importante che mai per la comunità Shambhala di affrontare le ferite che sono state parte della nostra eredità per lungo tempo. Queste devono essere riconosciute più pienamente e lavorate in un processo comune completo e ben istituito. Senza un tale processo non possiamo, in buona fede, continuare nei nostri ruoli.

Restiamo leali alla visione Shambhala e agli insegnamenti del sentiero del Sigillo dello Scorpione, come pure alle correnti di lignaggio introdotte nella nostra comunità da Chögyam Trungpa Rinpoche. Riconosciamo l’importanza di un approccio “più ampio” che sostiene quelle pratiche nella nostra comunità incluso Shambhala, Kagyü, Nyingma, arti contemplative, forme culturali e impegno sociale.

Ci impegnamo nel lavoro difficile di forgiare una buona società umana, imparando dalle ferite passate nella nostra comunità e riconoscendo i nostri stessi sbagli. Riconosciamo che noi acharya abbiamo partecipato e reso possibile la cultura che ha causato danno. Abbiamo molto da imparare individualmente e in quanto comunità. Allo stesso tempo, vediamo molta forza nella comunità e volontà di impegnarsi in un cambiamento culturale.

Sosteniamo le iniziative di Cura e Condotta, l’impegno alla responsabilità, trasparenza e inclusività che incarnano, inclusa la nuova formazione sociale che è stata sviluppata nel giusto uso di potere, diversità e inclusività, dinamiche di genere e la riduzione di atti lesivi che ha a che fare con la predazione sessuale, il razzismo e oltre.

Lasciando questa posizione, non è nostra intenzione abbandonare il Sakyong, a cui va la nostra profonda gratitudine per gli insegnamenti di grande ispirazione. Non è nemmeno nostra intenzione abbandonare la sangha e la vasta comunità di guerrieri. Apprezziamo la gentilezza e la saggezza degli acharya che restano, che sono stati nostri amici e colleghi per molto tempo.

Il mondo ci sta chiamando con innumerevoli voci di grande dolore. La terrà sta urlando, le nostre culture polarizzate stanno gridando, i nostri sistemi spezzati stanno gridando, l’oppressione e ingiustizia stanno gridando, i drala stanno gridando. Aspiriamo ad ascoltare e rispondere con compassione.

Non stiamo abbandonando. Ci uniamo alla comunità per collaborare su modi per andare avanti insieme. Siamo aperti al dialogo, per continuare a insegnare per quanto possiamo e a servire la visione della buona società umana in qualsiasi modo possiamo. Come questo si manifesterà resta da vedere e varierà indubbiamente per ciascuno di noi.

Vostri nella visione del Grande Sole dell’Est,


Emily Bower
Holly Gayley
Lodro Dorje Holm
David Hope
Beate Kirchhof-Schlage
Mitchell Levy
Adam Lobel
Barbara Märtens
Noel McLellan
Melissa Moore
Arnd Riester

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